Solo bricioline da Eni

Vincenzo Garrubba spiega, con l'ausilio di una mappa, alcuni aspetti della legislazione ambientale che, seppur complessa, dimostra come l’attività straordinaria che ENI intende porre in essere, proceda speditamente e senza ostacoli, con scarsa sicurezza e senza garanzie per la città.

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Egregio Direttore, pare che per questa città non ci sia pace, infatti, come facilmente predetto, solo qualche giorno fa il Sindaco ex ambientalista ha sciaguratamente annunciato in pompa magna un “favoloso”, a dir suo, accordo con Eni che porterebbe un sacco di milioni. Come avevo già dimostrato, in realtà, trattasi  di bricioline da parte di ENI, un misero tozzo di pane accettato dal Sindaco ex ambientalista in cambio di una chiusura tombale di tutte le vertenze in corso con il gigante, compreso la rinuncia ai 6 miliardi di metri cubi di gas devettoriato e la costosissima rimozione dei veleni della bonifica (valutata da ISPRA circa 1,721 miliardi di Euro) concordata in sede di conferenza di servizi, che invece, grazie a questo Sindaco, rimarranno in sito nei secoli dei secoli…. amen. Crotone, quindi, non vedrà rimosse grazie a Voce, che per anni ha denunciato la mancata bonifica, oltre  400.000 tonnellate di rifiuti pericolosissimi, inoltre nessun risarcimento è previsto per i danni e la sofferenza causati al territorio ed alla popolazione, nulla di nulla, nada, in cambio, sempre l’ex ambientalista, ha annunciato una manciata di milioni, una regalia di ENI (ma vi risulti che le SPA facciano regali?), circa 16 che in verità la giunta Pugliese aveva già ottenuto, forse anche in misura maggiore, dal ENI senza nulla concedere, anzi, facendo impegnare l’ENI con il POB Fase 2 anche a rimuovere i veleni ed a portarli fuori Regione.

Sembra una burla, ma purtroppo è tutto vero. Un vero incubo il cui artefice e responsabile è il Sindaco, che, in preda ad una foga mistificatrice, “delira” spacciando l’accordo invece come un gran successo. È chiaro ed evidente che non ha idea alcuna di cosa significhi aver successo in una trattativa con interessi contrapposti, così come non ha idea alcuna di cosa voglia dire aver cura degli interessi della città. Tanto è che all’eroe nostrano non è bastato solo fare il saldo e stralcio di gas e rifiuti in cambio di bricioline, no, perché ha anche ritenuto di dover mettere nell’accordo anche l’attività straordinaria di trivellazione che ENI farà a mare nelle attuali concessioni all’estrazione. Ebbene il Sindaco ha annunciato, urbi et orbi, che ENI in cambio del “benefit” (benefit ?) concesso nel recente accordo raggiunto farà anche attività di manutenzione dei pozzi, più precisamente un “check up” (check up?) per poter estrarre il doppio del gas che oggi estrae. Su questo cercherò ora di essere più chiaro possibile perché la questione e la legislazione ambientale è molto complessa. Come avevo già dimostrato la curva dell’estrazione dal giacimento crotonese dimostra senza dubbio alcuno che lo stesso è quasi vuoto, d’altra parte l’ENI dagli anni ’70 ad oggi ha estratto qualcosa come 70 miliardi di metri cubi di Gas, paragonabili alle quantità dei più grandi giacimenti sulla terra mai scoperti. Quindi la domanda sarebbe: che senso ha fare attività straordinaria in un sottosuolo estremamente fragile per spremere ulteriormente e con rischi enormi pochi milioni di metri cubi standard in più subito che comunque si sarebbero estratti con meno rischi in un lasso di tempo leggermente più lungo?
In realtà la situazione emergenziale energetica nazionale ha indotto il Governo ad emanare decreti legge con i quali sono state adottate misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia tra cui l’invito ai titolari di concessioni a manifestare disponibilità ad aumentare la produzione nazionale. Cosicché ENI, titolare di tre concessioni nel bacino crotonese, non ci ha pensato su due volte, ha scritto al Comune e li ha informati che avrebbero fatto attività straordinaria di estrazione. Sicché, il Sindaco, da tempo in difficoltà su tutti fronti ed incapace di dare una svolta al suo mandato, incurante del patto con gli elettori e della coerenza politica, ha pensato bene di accogliere con favore le dichiarazioni di ENI in cambio di una regalia, un  “benefit”, senza però che gli sia venuto in mente di chiedere ad ENI da dove volessero estrarre l’ulteriore GAS dai pozzi già esausti, senza chiedere che tipo di procedimento dovrà utilizzare per estrarre di più e che tipo di attività dovrà porre in essere, senza chiedere se lo stato del sottosuolo possa sopportare altre violente ed eccezionali sollecitazioni, senza chiedere quale sia la previsione in termini di effetti sulla subsidenza e pericoli connessi, etc. etc. etc. Insomma il Sindaco accetta al buio la richiesta ENI senza alcuna precauzione e senza valutare le conseguenze di ulteriori trivellazioni in termini di rischi e costi per la città e la comunità locale.
Sarebbe bastato che si fosse domandato come mai ENI fa questa richiesta in merito ad una concessione che già possiede, per capire che c’è sicuramente qualcosa che non quadra. La realtà, infatti, è molto più complessa di quanto superficialmente rappresentato dall’annuncio di Voce perché le concessioni del bacino crotonese risalgono ai lontani anni ’70 quando la regolamentazione per la ricerca e coltivazione degli idrocarburi liquidi e gassosi nel mare territoriale era data dalla Legge n. 613 del 21.07.1967, legge questa che non prevedeva iter particolari per il rilascio delle autorizzazioni. Trattavasi di semplice domandina, intesa a ottenere il permesso di ricerca che doveva essere presentata al Ministero dell’industria, del commercio e dell’artigianato, il quale la doveva trasmettere al Ministero della marina mercantile per un preventivo parere di massima. Eseguita poi l’istruttoria la domanda veniva sottoposta al parere del Comitato tecnico per gli idrocarburi, di cui all’art. 45, ai fini dell’assegnazione del titolo e dell’approvazione del relativo programma di lavoro. Invece, ai sensi dell’art. 23, il titolare del permesso doveva corrispondere allo Stato un canone annuo di lire dieci per ogni ettaro di superficie compresa nell’area del permesso. Si proprio così, lire 10 ad ettaro, questo era il canone della concessione che Voce sta tacitamente rinnovando con il suo silenzio, una vera follia. Nessuna valutazione d’impatto ambientale, nessuno studio tecnico, nessuna scheda, nessuna previsione. Facile sarebbe stato immaginare, non per Voce evidentemente, quindi, che questi titoli non sono più attuali e che abbisognano invece di essere sottoposti alle procedure valutative “postume” così come previste previste dall’art. 26 della legge n. 152 del 2006.
I 3 pozzi che verranno ulteriormente perforati sono tutti collegati alla piattaforma HERA LACINIA BEAF posta a 5 km dalla costa ricadente nella concessione D.C. 1 A.G. del 1976. Ebbene questi pozzi non sono più a norma da tempo perché abbisognano, come prevede la legge, di un provvedimento di VIA integrato, di cui non sono dotati, per cui non è possibile che ENI possa praticare altri fori o fare manutenzione straordinaria a quelli esistenti. Questa è una cosa semplicissima da capire e logica, ma che a quanto pare Voce, al settimo cielo per la regalia di ENI che gli consentirà altra propaganda farlocca sui presunti meriti di questa giunta, non ha voluto valutare e prendere in considerazione. Inoltre, a dimostrare, che il benefit di ENI, come definito da Voce, è avvelenato e mortale per Crotone ci sarebbe anche il famoso PITESAI (Piano integrato transizione energetica aree idonee) del 2021, che Voce, sempre in preda a foga propagandistica ebbe a definire il “nulla”, ed anche “parola strana”, per giustificare le sue mancate osservazioni ed il suo mancato intervento.
In verità, se Voce avesse fatto i compitini del PITESAI avrebbe capito e saputo che con lo stesso aveva lo scopo di individuare precisamente solo le sole aree idonee alla ricerca ed estrazione degli idrocarburi, e, SORPRESA SORPRESONA, avrebbe anche scoperto che tutto il bacino crotonese, dove ENI ha in mente di trivellare nuovamente, viene dichiarato dallo stesso PITESAI area assolutamente NON IDONEA alle attività di trivellazione ed estrazione (a riguardo allego documenti inerenti), evidentemente per la fragilità e caratteristiche del sottosuolo, che io stesso ebbi modo di osservare all’interno della procedura. Non è necessario ora precisare che, richiamando antichi e non attuali permessi e non avviando il corretto iter autorizzativo previsto dalla normativa in vigore, l’attività straordinaria che ENI intende porre in essere procede speditamente e senza ostacoli, naturalmente con gran beneficio della stessa, ma certamente anche con scarsa sicurezza e senza garanzie per la città. Molto altro potrebbe essere aggiunto ed osservato, cosa questa che avrebbe dovuto fare in verità la politica, ma, da quanto detto, si può senz’altro affermare che la stessa non dimostra solo inadeguatezza ed incapacità nell’azione di difesa e tutela degli interessi della comunità, ma più drammaticamente che per questa terra è persa ormai ogni speranza. (Vincenzo Garrubba)

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