Terremoti e Monumenti di Crotone foto

Continua ad andare avanti il progetto "Le Pietre che Narrano…Paesaggi Futuri del-La Città Educante"; coinvolti i ragazzi dell'Istituto Gravina.

Quando la scuola incontra la voglia di creare e trasformare il normale iter didattico, forse troppo spesso associato a nozioni polverose legate ai soli testi, si arriva a mettere in campo idee che portano gli studenti stessi al di là delle “mura scolastiche” (anche se in questo periodo sarebbe più giusto definirle mura domestiche). Questo segmento progettuale, Terremoti e Monumenti di Crotone, nasce dalla vulcanica mente di Antonio Giulio Cosentino, docente dell’Istituto Gravina di Crotone. Il professore assieme agli apprendenti, ad altri insegnanti dell’istituto, con il supporto del dirigente scolastico (Donatella Calvo) e alla presenza di altri enti territoriali e non, che hanno sposato l’idea, ha programmato un lavoro che sta interessando il promontorio Lacinio, il quale, nelle ultime settimane è tornato alla ribalta, vista l’alluvione che ha colpito Crotone e i fenomeni franosi che hanno interessato il promontorio e che preoccupano, esperti, ma soprattutto gli amanti del parco archeologico.

le pietre che narrano

Analizzare la Colonna di Capo Colonna, in relazione ai movimenti sismici e franosi che possano influenzare negativamente l’integrità del monumento, simbolo della città: questo il lavoro che si sarebbe dovuto fare “in presenza”, ma l’aggravarsi della pandemia, ha costretto il team di lavoro, ad iniziare a distanza. Questo però non ha fermato il prof. Cosentino, che ha sfruttato il blocco generale della Regione Calabria, per avviare una serie di incontri di preparazione alle attività, che gli studenti del Gravina effettueranno in campo, con i protagonisti tirati in ballo per questo progetto. Da I.N.G.V. ed A.N.C., dai Vigili del Fuoco ai docenti dell’Università della Calabria, passando per il Direttore del Parco e Museo Archeologico di Capo Colonna, Gregorio Aversa, fino al W.W.F. e al Teatro della Maruca, questi alcuni dei soggetti, che hanno permesso la realizzazione di un documentario preliminare, che potesse fungere da sintesi parziale, per le discussioni realizzate finora e per comprendere al meglio le peculiarità che caratterizzano l’intero promontorio e di come un cittadino debba tutelarlo. Una presentazione di poco meno di 40 minuti, su quello che i ragazzi hanno fatto e andranno a fare, non appena il virus permetterà sia la riapertura del parco che questi tipi di “esperimenti didattici”. Un attività di Alternanza Scuola – Lavoro, che rientra in un più ampio progetto chiamato Le Pietre che Narrano…Paesaggi Futuri del-La Città Educante, dove gli studenti, stanno avendo modo di confrontarsi con diverse realtà: dall’archeologia, alla geologia, passando per la preservazione dell’ambiente e dei monumenti storici, ma anche ecologia, geofisica, ingegneria, storia dell’arte e tanto altro. Un immersione a 360 gradi, che sta premettendo ai ragazzi di ampliare gli orizzonti e il proprio punto di vista, su un argomento che forse troppo spesso si dà per scontato o ancora peggio si ignora.

Come redazione abbiamo subito sposato questo progetto, perché riteniamo “vitale”, che l’educazione scolastica e la crescita delle giovani menti passino per questo genere di esperienze; la possibilità del confronto di varie branche, non solo permette uno sviluppo “transdisciplinare” da un punto di vista didattico, ma sostiene la crescita personale come cittadino consapevole del territorio che abita. Ricordiamo il primo segmento del progetto faceva riferimento al fiume Esaro di Crotone (LINK), che aveva alla base l’acquisto di una coscienza e di una maggiore comprensione del territorio; questo lavoro, difatti, rappresenta un ulteriore passo in avanti su questo sentiero in divenire, che ha come fine lo sviluppo di un nuovo Geo-Film: l’Antropocene Crotonese.