PerècceZzioni di: Coco

Coloro che amiamo e che abbiamo perduto, non sono più dove erano ma sono ovunque noi siamo (Sant'Agostino)

Di Maria Celeste Arcuri e Cassandra Gulotta:
Coco è un film d’animazione datato 2017, firmato Disney-Pixar , con la direzione di Lee Unkrich e vincitore dei premi Oscar come miglior film d’animazione e miglior canzone con “Remember me”. La storia è ambientata in Messico, precisamente a Santa Cecilia, nel Dia de los Muertos, ovvero il “Giorno dei morti”; festeggiamento, che si tiene in genere tra il 31 ottobre e il 2 novembre, che commemora i defunti con musica, bevande, cibi tradizionali, parate e cortei dai colori vivi e allegri. Essa è incentrata sulla celebrazione della vita delle persone decedute, incoraggiando i vivi a riconoscere la morte come una parte naturale dell’esperienza umana. El Dia de los Muertos ha radici molto antiche, risalenti al periodo Azteco, le cui, poi si sono unite alla cultura cristiana, dando vita, così, a uno dei giorni più festosi per il Messico, simbolo del ricongiungimento con i propri cari defunti, per una notte.
Protagonista della storia è il dodicenne Miguel Rivera, il quale sogna di diventare uno dei “mariachi” più importanti della storia, come il suo idolo Ernesto de la Cruz. Ad impedirglielo però è un antico divieto imposto da mamà Imelda, la sua trisavola, la quale ha vietato a tutta la sua famiglia di suonare e cantare. A far rispettare queste regole ci pensa Abuelita Elèna, la nonna di Miguel, una donna severa ma che tiene immensamente alla sua famiglia e al Dia de los Muertos, come tutti i messicani. Ma il nostro protagonista non si perde d’animo e decide di inseguire il suo sogno, proprio come diceva sempre Walt Disney “se puoi sognarlo, puoi farlo“; un errore commesso dal giovane Rivera lo farà, però, arrivare nella Terra delle Anime, la casa di tutti coloro che sono morti.

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Durante il Dia De Los Muertos oltre al passaggio dalla vita alla morte, si celebrano le proprie origini. L’Ofrenda, così come ci viene presentata all’interno della pellicola, è l’oggettivazione del rispetto che i messicani hanno verso le proprie radici. Purtroppo, la pratica legata alla ricostruzione della propria storia familiare, al giorno d’oggi sta progressivamente diventando sempre più desueta. Storie legate a bisnonni e trisavoli si frammentano, e nel corso del tempo tendono inevitabilmente ad essere dimenticate; le foto di famiglia diventano lo spettrale ritratto sbiadito di persone a cui è sempre più difficile dare un nome, le tradizioni si interrompono o diventano una pratica al quale si adempie in modo sbrigativo e senza reale interesse. Il film offre a riguardo diversi spunti con cui confrontarsi, infatti, invita lo spettatore a riflettere su quanto a volte ci si limiti ad avere rapporti superficiali con i parenti più anziani, al nostro modo di approcciarci alla famiglia e al fatto che ogni minuto passato insieme può rivelarsi prezioso tanto quanto effimero.
Un’altra differenza che va evidenziata riguarda il modo con cui ci si rapporta al caro defunto. Messo a confronto con quello messicano, il nostro 2 novembre, per come viene inteso da molti, viene privato del suo valore e si limita ad essere un’occasione per trasformare il cimitero, argomento e luogo di grandiose opere letterarie, in una lugubre passerella. Una festività che dunque “lascia l’amaro in bocca”, al contrario di quella messicana che prevede addirittura la preparazione dei tradizionali “Calaveras” o “teschi di zucchero” da offrire ai defunti.
La Calavera Catrina, un’acquaforte creata dall’illustratore José Guadalupe Posada nel 1910, divenne un’icona del Dìa de Los Muertos grazie a Diego Rivera, marito di Frida Kahlo, la quale è presente anche nel film. “La Catrina mexicana”, o “teschio di zucchero”, ricorda alle persone il proprio destino, invitandole a godersi la vita finché si è in tempo; nella tradizione essa viene spesso adornata da colorati marigold, che sono simbolo di vita. Sul tema del ricordo dei propri cari si basa anche la colonna sonora del film d’animazione “remember me”, che con il suo commovente testo può riportare alla memoria una persona cara, unendo così “con le note il cuore e le anime” rafforzando quell’amore che “non si spegnerà” finché il suo ricordo vivrà in noi.